Aprire lo sguardo verso la profondità
Uno spettacolo che inizia come danza e finisce in modo imprevisto in una performance. In scena ci sono sette artisti: due batteristi e quattro danzatori. Lo spettacolo viene aperto da quello che possiamo definire l’ottavo personaggio, il ritmo: i danzatori avanzano lungo la scena dopo aver battuto ripetutamente il piede per terra. Quando tutti sono vicini al pubblico si siedono allineati di fronte agli spettatori e si spengono in una sorta di sonno. L’attenzione si sposta sulle due batterie che scandiscono un ritmo, le onde sonore sono visualizzate su due schermi. Questo ritmo, inizialmente lento e pesante, diviene più acceso e sveglia uno per volta i danzatori che cominciano a ballare ognuno per conto suo e in modi molto diversi, probabilmente anche perchè ascoltano diversi tipi di musica attraverso le cuffie che indossano. Tutti i danzatori sono vestiti di bianco e nero e uno di loro indossa una gonna corta che si muove lievemente mentre balla, ha i capelli raccolti in una treccia, e quando danza sembra una scolaretta un po’ robusta. Questo è il momento dello spettacolo che ho preferito per la grande varietà espressa dagli artisti che, seppur danzando al suono di diverse musiche, formano un unico corpo di ballo. Lo spettacolo si conclude in modo inaspettato, quando i danzatori interrompono la propria danza per dedicarsi a una sfida di immobilità, in completo contrasto con il precedente periodo di movimento. Chi cede abbandona la scena, rivelando al pubblico la musica che stava ascoltando e forse parte di sé.
Sofia Castaldi (18y)
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