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Danzare la città è un blog a cura dell'Associazione Danza Urbana

Sulle orme di Oreste in versione punk rock

5 Settembre 2021
Affondi, Nuove vie
di Redazione Giovani
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  • cosimi

Ci sono cinque figure con tuniche nere incappucciate agli angoli della sala e una sdraiata al centro: così inizia Coefore Rock&Roll della Compagnia Enzo Cosimi. Lo spettacolo è strano, non è come gli altri. La prima cosa che abbiamo notato arrivati in sala è stata la disposizione e la forma che i corpi assumevano nello spazio mi sembrava fossero tutti morti. Sembrava che fossero tornati sulla tomba di qualcuno per un qualche motivo a noi sconosciuto. Lo spazio era disordinato, c’erano delle coperte stropicciate e dei peluche tutt’intorno allo spazio scenico. La prima ballerina sembrava avesse il possesso e il controllo su tutti gli altri, ad un certo punto dello la prima ragazza va dall’altra per pettinarla e con questo gesto prende possesso del suo corpo, da quel momento in avanti la danzatrice era come posseduta, ricreava i movimenti che l’altra suggeriva in maniera forzata. Nel frattempo i danzatori sembravano un’entità simmetrica, ma separata dalle danzatrici. La scena che mi ricordo di più è quella dove la ballerina con i capelli ricci ballava sulle punte. Mi piacevano perché mi ha ricordato quando ballavo io, anche se io andavo sulle mezze punte. Lei aveva in mano dei rami e ballava. Per me quello era un momento di danza. Lei non c’entrava praticamente nulla con lo spettacolo in scena, era fuori dal contesto era come se lei si voleva staccare dal resto. Cioè il resto del contesto era cupo, però quando lei sale sulle punte si distacca. È rigida e lo fa per staccarsi da loro. I movimenti che fa perché vuole: sono suoi. Ma lei da sola non si sarebbe messa a muoversi così: lo fa perché è insieme agli altri. È come se insieme stiano facendo un rituale capace di trasmettere inquietudine e tensione, in un ambiente sonoro fastidioso, la musica era altissima, ma lo spettacolo èquello che mi è piaciuto di più tra quelli che ho visto al Festival perchè l’ho trovato strano, non come gli altri. Ma ci sarebbe da parlare per un’altra redazione!

Matteo Lanza, Francesca Longo (15y, 14y)

adolescenti, festival danza urbana, recensione, redazione
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Diario di redazione #4
Il dialogo gestuale di Galli tra epifania, rituale e rivelazione
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Danzare la città | Sulle orme di Oreste in versione punk rock — Danzare la città
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