Non affondate nel triangolo delle Bermudas. La doppia recensione dei règaz
Bermudas è uno spettacolo allegro che trasporta il pubblico in un ritmo potente, pronto ad esplodere. Più danzatori, di età diverse, attraversano lo spazio delimitato da un tappeto bianco, tagliandolo, creando ghirigori e scarabocchi, grazie alla presenza di giravolte e movimenti circolari con le braccia. L’intero show è basato sulla ripresentazione di movimenti molto simili, quasi ripetitivi, ma sempre interpretati in modo leggermente diverso da ogni individuo. Ciò crea una coreografia improvvisata e confusa, ma che sembra quasi programmata. I danzatori seguono un tempo non fissato e, quindi, differente per ogni individuo. La musica crea un ambiente accogliente e divertente, per il suo ritmo, la sua leggerezza e il suo colore caldo, ed è perfettamente ricollegabile alla coreografia.
Più volte, si notano le espressioni sorprese dei performer che si trovano faccia a faccia, cosa che trovo estremante divertente. La cosa che si nota maggiormente sono i calzini, meravigliosamente fosforescenti.
Anche se indubbiamente lo spettacolo dura piuttosto a lungo, non ci si annoia mai e ci sono sempre sorprendenti novità. Lo spazio è scelto alla perfezione, come anche la presenza iniziale e finale del fumo.
Sara Enriques
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Bermudas: tra intesa ed errore
Il coreografo Michele Di Stefano ha portato lo spettacolo Bermudas come pezzo forte del Festival Danza Urbana 2020. La rappresentazione viene messa in scena in uno degli spazi più suggestivi dell’area DumBo; il Vascello, ampio capannone, per l’occasione è stato allestito con un esteso tappeto rettangolare bianco e le sedie poste sui due lati più lunghi.
La sensazione di vuoto data dall’ immenso spazio del capannone non è dispersiva ma focacalizza l’ attenzione sui pochi elementi presenti.
Il “corridoio” bianco è l’elemento che più salta all’occhio all’entrata nel capannone: vuoto e con
solo il pubblico intento a sistemarsi ai propri posti e una danzatrice che sembra prepararsi all’ esibizione.
Una mezza dozzina di danzatori entrano in scena con un variegato abbigliamento caratterizzato dagli eccentrici calzini fluorescenti.
Cominciano a muoversi ad un ritmo sostenuto accompagnati da fumo, musica e giochi di luce. Nonostante in scena ci sia un’ atmosfera di apparente confusione, questo, a livello emotivo, non crea nessun tipo di sovrapposizione caotica.
I danzatori fanno movimenti ora sinuosi ora rigidi, che sottolineano la loro abilità nel percepire e gestire lo spazio scenico.
Vincenzo Lanzaro e Anita Martelloni
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