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Danzare la città è un blog a cura dell'Associazione Danza Urbana

Larghi e sottili: gli occhi degli adolescenti secondo Martina

12 Settembre 2021
Dietro le quinte, Nuove vie
di Redazione Giovani
Nessun commento
  • calli

Quando entro nell’ufficio di via Polese sono ognuno su un pc, i regaz. Penso: sono loro che, durante i cinque giorni del Festival Danza Urbana, vedranno gli spettacoli e scriveranno recensioni, interviste, idee. Penso: che emozione, non vedevo l’ora. E penso: come ci sto, con i ragazzi e le ragazze dopo tanto tempo? Sono fuori allenamento e ho il fiato corto. Poi succede che ogni giorno, Gabriele ed io veniamo accolti con un applauso che ci dà la carica e la diffonde nell’aria. Scoccano i saluti e il nostro arrivo, per un attimo, sparge briciole di scompiglio colte al volo per sollevare lo sguardo dal pc, aprirsi in una risata, commentare che cosa si sta facendo, andare fuori tema, riprendere tutto da capo, alzarsi dalla sedie e ciondolare un po’. La vita di redazione la costruiamo ogni giorno con sessioni al pc, merende, la luce del pomeriggio che ci viene addosso, gli incarichi, il foglione alla parete che ci ricorda che fare, le missioni da soli verso le interviste ai danzatori, il quotidiano scambio di impressioni e affondi sugli spettacoli. Che cosa abbiamo visto? Trovare le parole. Scrivere non è mestiere facile e loro lo stanno imparando, leggeri e caparbi, affondando in tutte le difficoltà che la pagina offre e risalendo riga dopo riga nel loro testo. Io osservo e do qualche consiglio di scrittura: la struttura del testo, i connettivi, la punteggiatura, i famosi “che cosa vuoi dire in questo punto”. Cerco di essere discreta, di smettere la divisa della professoressa dentro un’aula di scuola, ed ho l’ulteriore conferma di quanto l’ambiente ci cambi, loro e me, e possa farci perdere di vista o incontrare; di quanto sia fondamentale lavorare insieme ai ragazzi e alle ragazze per uno scopo comune e cooperativo; di quanto sia vitale fare perché ha senso profondamente per tutti e per tutte. Scrivere, per noi, ha avuto un senso profondo durante i giorni di redazione, dai momenti di rifiuto a quelli di grande ispirazione. Lo ha avuto perché siamo stati un gruppo che ha assunto la responsabilità e la bellezza di fare insieme: nessuno ha mai optato per la rinuncia definitiva e ognuno ha aiutato l’altro a rilanciare. Insomma, quella dei regaz è stata una redazione vera e propria fatta di slanci e fatiche, di parole introvabili e entusiasmi potenti, riunita ogni pomeriggio puntuale alle 14.00 in ufficio, sotto la guida di Agnese, intorno al tavolo di legno che ci ha raccolti per cinque giorni di fila. Intorno a questo tavolo, che ricorda un poco quelli degli artigiani – un tavolo di legno grezzo, da lavoro manuale – formiamo ogni giorno un cerchio e ci guardiamo tutti in faccia, così parlare e scambiarci le idee ci viene più facile, e spontaneo è sentire che siamo lì per lo stesso motivo: guardare e sentire, crescere. Guardare, farlo insieme, è stato il nostro propulsore, la nostra tensione, il nostro agente scatenante. Ogni giorno i ragazzi e le ragazze hanno guardato due o tre spettacoli. Che cosa succede a un adolescente – ma anche a un’adulta – che la danza, prima, non l’ha mai guardata? Succede che a mano a mano gli occhi cambiano, si fanno come più grandi, accoglienti e allo stesso tempo si affinano, cercano. Larghi e sottili, vedono bagliori e li lasciano entrare. Poi succede che ciò che si vede con questi occhi scorre fino al cuore e alla memoria, si connette a chi siamo noi, diventa una parola, diventa un testo, diventa un seme, un mattone che innesta un pezzetto di quello che possiamo divenire e non sapevamo.

Martina Zadra

adolescenti, festival danza urbana, laboratorio giornalismo, redazione
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