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Poco dopo mi assunsero. Intervista a Marco Contini

8 Settembre 2022
Dietro le quinte
di Redazione Giovani
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  • contini

Oggi, durante il primo giorno di redazione, è venuto a trovarci Marco Contini, un  giornalista che dopo essersi occupato per anni di Esteri oggi coordina le pagine culturali di Repubblica Bologna. Durante questo incontro ne abbiamo approfittato per porgli qualche domanda sulla sua carriera e sul giornalismo moderno.

AV : ”Cosa ti ha portato a scegliere questa carriera?”

MC: “Probabilmente il motivo principale è il fatto che si leggessero molti giornali a casa durante la mia infanzia. Internet ovviamente non esisteva; non esisteva l’idea di essere costantemente informati, quindi la stragrande maggioranza delle persone comprava i giornali. Allora credo che si vendessero 5-6 milioni di copie al giorno solo in Italia, mentre adesso se ne vendono meno di uno.

Sebbene i giornali sin da piccolo mi piacessero molto, quando sono arrivato all’università decisi di fare lo storico. Un giorno però, un giornale che leggevo assiduamente, il Manifesto, aveva comunicato che stava cercando di attuare una riforma grafica: volevano triplicare le pagine del giornale. L’allora direttore del Manifesto scrisse un articolo in prima pagina nel quale esplicitò il tentativo di espandersi, confessò però la mancanza di fondi, e chiese dunque se ci fosse qualcuno disposto a dare una mano. Quel giorno mi sono presentato alla piccola direzione locale del manifesto offrendo il mio aiuto. Inizialmente scrivevo solo piccoli articoli. Dopo un po’ di tempo, per mancanza di personale, mi chiesero di entrare in campo come giornalista.  Poco dopo mi assunsero!”

AV: “Prima hai detto che leggevi molti giornali a casa quando eri giovane. Come è stato assistere all’avvento di internet anche nel campo dell’informazione?”

MC: “Drammatico, anche perché faccio il giornalista dal 1988 e nel 1988 internet era appena nato. I giornali comunque vendevano ancora un sacco di copie; la stragrande maggioranza delle persone comprava e leggeva i giornali fino a quando pian piano ho visto internet intromettersi e minacciare il mio ambito di lavoro. Questo perché internet, essendo gratis, non contribuisce a finanziare le spese delle testate, bisogna contare che per guadagnare quello che un giornale guadagna con una copia cartacea ci vogliono circa 7 lettori su internet, e nonostante da un lato aumenti il tuo potenziale pubblico è anche una  minaccia concreta a questa professione. I giornali ormai hanno ridotto il numero di giornalisti, di pagine e gli stipendi”.

A.V: “Come pensi che la digitalizzazione influirà sui giornali e sul giornalismo?”

M.C: “E’ molto difficile rispondere a questa domanda e non credo di poter trovare una risposta. Sicuramente si lavorerà h24, visto che le redazioni già adesso non chiudono quasi mai. Ad esempio nella redazione di Repubblica, dove lavoro, c’è sempre almeno una persona che controlla la situazione e aggiorna il sito, che siano le due di notte o le sei di mattina.”

A.V: “Scrivendo le recensioni sul nostro blog ci siamo accorti che trovare i titoli è molto difficile. Qual è il metodo migliore per trovare un titolo che catturi l’attenzione del lettore?”

M.C: “Non ci sono delle regole precise per scrivere un buon titolo ma sicuramente deve almeno alludere all’articolo. La scelta dei titoli mi porta alla mente uno dei ricordi più belli della mia carriera cioè la scelta del titolo di prima pagina al Manifesto. Ci sedevamo tutti intorno a un tavolo e iniziavamo a dire ciò che ci passava per la testa, senza filtri;  finché non ne sentivamo una che ci piacesse. Quella diventava il titolo in prima pagina. Ricordo il titolo scelto per raccontare il viaggio del Papa a Cuba: “Dio Che”.”

Agata Cogni, 15

Viola Fusacchia, 16

Tommaso Insabato, 13

Daniele Monaco, 17

giovani, laboratorio giornalismo, redazione
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